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Cerro al Volturno: un castello tra i boschi

In Molise, al confine con l’Abruzzo, c’è un piccolo paesino abbarbicato sulla roccia e sovrastato da un antico castello che sembra uscito da un romanzo di fantasia. Il suo nome è Cerro al Volturno e la sua immagine è apparsa per molti anni su un francobollo della Repubblica italiana.

Il paesaggio circostante, molto vicino al Parco Nazionale dell’Abruzzo, del Lazio e del Molise, è affascinante, caratterizzato da una natura rigogliosa e dai segni di una storia millenaria e ricca. Questa località molisana merita veramente di essere visitata, a passo lento e riposato, per godere al meglio di tutte le sue bellezze.

Cerro al Volturno e i boschi circostanti. Foto presa da Wikipedia.

Una fondazione remota

Cerro al Volturno fu fondato nel III secolo a.C. dai sanniti, fieri oppositori dei romani in ben tre guerre dal 343 al 290 a.C. Da quel momento in poi la zona fu sempre abitata. Nel IX secolo alcuni contadini colonizzarono il colle roccioso su cui si erge il paese. Il territorio a quel tempo era sotto il controllo della ricca e potente abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno, che dominava l’alta valle del fiume omonimo.

La parola ‘Cerro’ viene dal nome di un tipo di quercia che abbonda nei boschi tutt’attorno al colle, il cui nome scientifico è proprio Quercus cerris. Le querce, da queste parti, la fanno da padrone e la loro imponente presenza non fa che aggiungere fascino alla vista dell’abitato.


I Pandone e la costruzione del castello

Al periodo normanno, intorno all’anno 1000, risale il primissimo castello, costruito per custodire risorse alimentari e posto in cima ad un rilievo roccioso che domina e controlla la valle del Volturno.

Nel XV secolo il castello divenne proprietà della famiglia Pandone. Fu un suo esponente, Federico Pandone, a decidere di costruire il castello che ancor oggi porta il nome della sua famiglia. In seguito, passando ad altri proprietari, la costruzione fu in parte rivista e ricevette varie aggiunte, ma l’impostazione fondamentale è quella del 1400.


Una delle quattro poderose torri angolari è andata distrutta e non venne più ricostruita. Le altre tre restano robuste e imponenti a sovrastare lo sperone e il piccolo borgo abitato, che sembra il frutto della fantasia di qualche scrittore o pittore visionario.

La scala di pietra che conduce al castello. Foto presa dal sito booking.com.

Il castello, che occupa la parte superiore del rilievo roccioso, è raggiungibile solo per mezzo di una stradina ricoperta da gradini di pietra: non ci si può arrivare che a piedi, lentamente, guadagnandosi passo a passo la spettacolare visuale che, dall’alto del castello, permette di abbracciare l’intera vallata, i paesini circostanti e, da lontano, l’abbazia da cui un tempo Cerro al Volturno dipendeva, anch’essa ammirevole.

Ancora non basta?

Nel paesino arroccato sul colle e dominato dal castello ci sono anche due antiche e interessanti chiese. Una, posizionata nella parte più bassa dell’abitato, è dedicata ai Santi Pietro e Paolo e fu costruita nel 1318, successivamente rimaneggiata.


L’altra, conosciuta come chiesa di Santa Maria Assunta o del Castello, è ancora più antica: la sua fondazione è all’incirca coeva a quella del castello, ai piedi del quale si trova; venne poi restaurata circa quattrocento anni più tardi, nel XV secolo, esattamente come il castello.

E poi, fuori dal borgo, ma all’interno del territorio comunale, ci sono i resti della presenza sannita, come la muraglia di fortificazione sulla vetta del Monte Santa Croce. Inoltre è possibile realizzare splendide passeggiate tra i boschi contigui, ma anche visitare il vicino Lago della Valle Volturno.

Insomma, Cerro al Volturno è sicuramente in grado di offrire ai visitatori una varietà di attrazioni, che vanno dalla natura alla storia più lontana, a quella più recente, al semplice godimento della pace che regna in quel villaggio incantato e incantevole.

 
 
 
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